L’autopalpazione al seno può rivelarsi un metodo efficace per diagnosticare precocemente un cancro al seno e quindi intervenire presto con maggior possibilità di successo.
In un’epoca in cui la mammografia e talvolta l’ecografia mammaria consentono di rivelare tumori di pochi millimetri, la sola autopalpazione non può essere considerata una diagnosi precoce, tuttavia è bene evidenziare che, se eseguita correttamente e regolarmente, questa tecnica può aiutare a ridurre il rischio di diagnosticare un tumore del seno in fase avanzata.
Come si effettua l’autopalpazione al seno?
Vediamo le 5 fasi in cui si può suddividere un’autopalpazione al seno, come spiegato da Fondazione Veronesi.
Fase 1
Davanti allo specchio, in un ambiente ben illuminato, osservare le mammelle tenendo le braccia distese lungo i fianchi; poi appoggiarle sul bacino e spingere forte in modo da contrarre i muscoli del petto.
Scrutare adesso le eventuali imperfezioni naturali del seno: infatti, solo raramente le due mammelle sono del tutto identiche.
Attenzione a un mutamento nel disegno dei seni: un’alterazione del contorno, come un gonfiore, una retrazione cutanea o un’anomala morfologia dei capezzoli.
Fase 2
Ripetere la stessa perlustrazione con le braccia ben alzate, mettendo in evidenza la zona ascellare, e successivamente anche di profilo, per controllare la linea delle mammelle ed evidenziare irregolarità o vere e proprie sporgenze.

Fase 3
A questo punto, piegare il braccio destro dietro la nuca e cominciare a palpare delicatamente la mammella a destra con la mano sinistra e le dita tese, a caccia di eventuali masse anomale, indurimenti o ispessimenti. L’operazione va quindi ripetuta sul seno sinistro.
Fase 4
Sdraiarsi, ponendo un cuscino o un asciugamano ripiegato sotto la spalla sinistra e collocando la mano sinistra sotto la nuca: i seni si appiattiranno e il tessuto si distribuirà uniformemente sul petto.
Premere delicatamente con le dita tese della mano destra (che va posta piatta) il seno sinistro, descrivendo movimenti circolari lenti per cogliere eventuali noduli.
Per un corretto esame, procedere in senso orario, come se la mammella fosse l’immaginario quadrante di un orologio, che va palpato in un giro completo: la parte superiore della mammella corrisponde alle ore 12, poi spostarsi sull’1 e così via, fino a ultimare il cerchio.
Anche la zona tra seno e ascella va sondata con cura.
Ripetere le stesse manovre sul seno destro, naturalmente spostando il cuscino su questo lato.
Fase 5
Per finire, stringere delicatamente i capezzoli tra le dita per rilevare possibili fuoriuscite di liquido (siero o sangue).
Aiutarsi con un fazzoletto: in questo modo si potrà controllare il colore del liquido eventualmente fuoriuscito.
È importante che tutte le manovre fin qui indicate vengano sempre effettuate così come descritte.
Il momento migliore per effettuare questo periodico controllo del seno è sotto la doccia.
Infatti, certe modificazioni a carico delle mammelle risultano più agevolmente percepibili quando la pelle è umida e i tessuti mammari sono rilassati dal calore dell’ambiente.
Cosa fare se si scorge un nodulo?
Se nel corso dell’autoesame dovesse emergere un nodulo, un infossamento o una secrezione, è importante non farsi prendere dal panico.
La maggior parte delle donne presenta zone con noduli, tuttavia spesso si rivelano benigni (cioè non tumorali).
In ogni caso è importante informare il medico, il quale prescriverà le indagini diagnostiche adeguate allo scopo di fugare ogni dubbio.
NOTA BENE:
le informazioni in questa pagina non possono sostituire
il parere e le spiegazioni del tuo medico.